Siamo di nuovo vicini agli esami, ma in questi giorni siamo anche alle prese con la scelta del sujet du mémoire, cioè l’argomento su cui sviluppare la tesina del master; per me, ma anche per altri miei compagni non si tratta di una scelta facile perciò leggere ogni tanto questo passaggio tratto da una conferenza di Max Weber aiuta a non scoraggiarsi. Credo che chiunque abbia fatto o faccia ricerca nella vita non possa non condividere questi pensieri e queste sensazioni.
Normalmente l’idea matura soltanto sul terreno di un duro lavoro. L’idea non sostituisce il lavoro. E il lavoro, da parte sua, non può sostituire o suscitare a forza l’idea, più di quanto non possa farlo la passione. L’una e l’altro la suscitano. Ma essa viene quando le aggrada e non quando piace a noi. Le cose migliori vengono in mente a qualcuno fumando il sigaro sul divano oppure passeggiando per una strada lievemente in salita o in modo analogo, ma in ogni caso non quando le si aspetta, non lambiccandosi a tavolino. Esse non sarebbero però certamente venute in mente senza avere dietro di sé quel lambiccarsi a tavolino e quella ricerca appassionata. Comunque sia, chi lavora scientificamente deve anche tenere conto di quel caso che pervade ogni lavoro scientifico: verrà o non verrà l’ispirazione?
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